Sin da quando nel corso nel XII secolo, i Genovesi sottomisero gli antichi signori feudali della Riviera costringendoli a stipulare convenzioni che imponevano loro fedeltà al Comune (si veda la sezione "Storia") e li rendevano cittadini genovesi, la principale attenzione dell’apparato difensivo fu la difesa delle coste, mentre gli antichi signori avevano sempre edificato i propri castelli nelle alture delle valli dell’entroterra. Un’attenzione che corrispondeva al riconoscimento avuto dall’imperatore Federico I, che nel 1155 aveva riconosciuto i Genovesi da Monaco a Portovenere. Il sistema difensivo delle coste sviluppato dalla Repubblica di Genova nel medio levante ligure per difenderle dalle incursioni dei corsari e dei pirati turchi e barbareschi nel corso del XVI secolo si basava su una serie di forti precedenti, che avevano il principale punto nel Forte di Portofino o Castel Delfino, molto importante nelle lotte tra fazioni tra il XV e il XVI secolo. Con la costituzione della Repubblica aristocratica nel 1528, lo stato genovese iniziò un nuovo corso politico e grazie alla nuova stabilità raggiunta poté pianificare un sistema difensivo organico, attraverso la ristrutturazione delle vecchie fortificazioni secondo i nuovi canoni dell’architettura militare.
Nel territorio del Tigullio emergono:
Moneglia. La baia di Moneglia era protetta da due importanti fortificazioni: a levante la Torre di Villafranca (attualmente complesso di parco e castello sul mare, recentemente restaurato); a ponente il Castello di Monleone, di cui oggi sopravvivono solo pochi resti della cinta muraria e delle torri che la scandivano, e sulla cui area sorge una residenza edificata a mo’ di castello. Entrambe sono databili alla fine del XII secolo. Secondo gli annali genovesi, nel giugno del 1173 i consoli genovesi, per contrastare i Malaspina che si erano ribellati al Comune, fecero edificare a Moneglia il castello di Villafranca. Nell’ottobre successivo i Malaspina attaccarono Monleone, ma i Genovesi li respinsero distruggendo il vicino castello dei signori da Passano, loro alleati. Della torre di Villafranca non faceva menzione la Descrittione di Lyguria di Agostino Giustiniani del 1537, probabilmente era ormai in rovina; fu riedificata intorno al 1550 dopo le terribili scorrerie inflitte alla Riviera dai corsari barbareschi nell’estate del 1549. Passata in proprietà degli eredi del celebre librettista Felice Romani e poi dell’ingegnere Luigi Burgo, che la fece restaurare negli anni 1936-1939, fu semidistrutta dai bombardamenti del 1943-1944. Sempre nella Descrittione del 1537 si faceva riferimento alla fortezza che sormontava il borgo occidentale, definita antica e molto debole. Anche il castello di Monleone fu restaurato e tra XVI e XVII secolo forniva riparo agli abitanti di Moneglia durante le incursioni barbaresche, tanto che all’interno della sua cinta muraria vennero edificate anche abitazioni private.
Sestri Levante. Il Comune di Genova, dopo le lotte con i Conti di Lavagna e i Malaspina, vi si attesta definitivamente, facendovi costruire un castello e istituendovi il consolato. Dell’antico fortilizio edificato dai genovesi nel XII secolo sull’Isola, l’attuale sottile penisola che divide le due baie di Sestri, e delle fortificazioni annesse, ancora descritte nel 1537 nella Descrittione di Lyguria di Agostino Giustiniani non restano tracce. La Villa Gualino, residenza privata di gusto storicistico neomedievale risalente alla fine degli anni ‘20, oggi trasformata in hotel, sorge infatti sui resti del castello voluto dalla Repubblica di Genova nel XII secolo in difesa del borgo. Una bella passeggiata che consente la vista delle due baie sestresi porta verso il centro storico.
Chiavari. L’apparato difensivo di Chiavari costituì un caso unico nella Riviera di Levante. La costruzione del castello fu realizzata nel 1167 dai Genovesi in un luogo strategico, alla confluenza delle tre valli Fontanabuona, Aveto e Graveglia, baluardo contro i vicini Conti di Lavagna. Al castello seguì immediatamente l’edificazione della cinta muraria con la pianificazione della distribuzione urbanistica dell’abitato. Non a caso, tra XIV e XV secolo Chiavari fu sempre sede dei capitani della Riviera di Levante con giurisdizione sino a Levanto. Nella Descrittione di Lyguria del 1537, monsignor Agostino Giustiniani scriveva «e da Zoagli si ascende per una aspra montata al bel castello di Chiavari quale è una delle principali vicarie della Republica, connumerato fra gli altri belli castelli, che si sogliono nominare, cioè Montpellieri in Francia, Barletta in Puglia, Fabriano in la Marca, Crema in Lombardia, Prato in Toscana e Chiavari in la Rivera di Genoa». Per castello il Giustiniani intendeva in complesso di cinta muraria che racchiudeva il borgo di Chiavari, chiusa a monte dal vero e proprio castello e a mare dalla cittadella edificata nel 1404 per volere del governatore francese Boucicault. Infatti continuava: «s’entra doppo nel castello, il quale contiene trecento cinquanta otto case».
Leivi. Alle spalle di Chiavari, nel territorio di Leivi, sorgono tre torri databili al XVI secolo e facenti parte del sistema difensivo del castello di Chiavari: la più imponente, La torre di Leivi, databile al XV-XVI secolo, ha pianta quadrata e notevoli dimensioni e sorge sullo spartiacque, in modo da controllare Chiavari a sud e la valle Fontanabuona a nord. Una seconda torre è detta dei Peirano, probabilmente sorta su preesistenze medioevali, di forme tipicamente rinascimentali e di dimensioni più modeste della precedente. La torre di Rì, inserita in un giardino privato, nonostante le siano state addossate costruzioni minori, spicca per il coronamento in aggetto su mensole fitte e modellate plasticamente.
Zoagli. Il borgo di Zoagli, già compreso nella Podesteria di Rapallo, è ancora oggi racchiuso da due torri di avvistamento alle estremità orientale e occidentale, appartenenti al sistema difensivo creato dalla Repubblica di Genova a partire dal XVI secolo, contro la minaccia dei pirati saraceni: a levante, la cosiddetta Torre saracena, recentemente restaurata grazie ad un intervento della Fondazione Carige e sede di mostre ed iniziative culturali. Non è certo che sia stata costruita contemporaneamente all’altra, cioè nel 1550, in occasione della scorreria su Rapallo del pirata Thorgud (che i genovesi chiamavano Dragut), certamente ebbe un ruolo più avanti, dal Seicento in poi, all’interno del sistema di “cordone sanitario” che doveva tenere lontane dalle coste liguri le navi provenienti da aree colpite dalla peste.
A ponente, dimensionalmente più importante, sorge la Torre Canevaro, sicuramente cinquecentesca, poi inglobata in un edificio divenuto via via più complesso, che alla fine dell’Ottocento assunse il ruolo di villa signorile; oggi è nota come Castello Canevaro, dal nome della più prestigiosa famiglia zoagliese che la possedette e che diede i natali a famosi navigatori e ammiragli.
Rapallo. La costruzione del castello, realizzata nel 1551, fu deliberata nel 1550, un anno dopo il saccheggio del 4 luglio 1549, inferto al borgo di Rapallo da ventuno navi del corsaro Dragut. L’edificio sorse in posizione strategica, sul mare, presso la foce del torrente San Francesco e collegato alla terraferma da un sottile istmo. Presenta una planimetria particolare, rettangolare ma con i due lati corti ricurvi verso l’esterno, elevata su tre piani dai quali svetta una torre di base quadrata e con una garitta verso il mare. La costruzione originaria, di due soli piani, fu sopraelevata di un piano nel XVII secolo, con conseguente costruzione della torre, per adeguare l’edificio alle necessità di tiro dell’artiglieria.
San Michele di Pagana. Oggi compresa nel parco della Villa Spinola, residenza privata del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta per lascito testamentario dei marchesi Spinola. Fu edificata a partire dal 1625 sul capo roccioso di Punta Pagana, in un progetto di difesa della costa dagli attacchi dei corsari barbareschi, e si presenta come un torrione di base quadrata irregolare, coronato da due sole garitte sugli spigoli di levante mentre. Perduta rilevanza militare già a metà del Seicento, fu utilizzato dai proprietari della villa - gli Orero prima e gli Spinola poi - come salone delle feste.
Santa Margherita Ligure. Il territorio costiero era diviso in due borghi - Corte e Pescino. Sull’estremità di levante sorgeva un castello del quale non resta traccia. Il castello di Santa Margherita edificato dalla Repubblica di Genova a partire dal 1550, nell’ambito di un’intensa campagna di costruzione di fortificazioni per difendere le cittadine costiere dagli attacchi dei pirati saraceni. Ha una planimetria rettangolare, con angoli arrotondati culminanti con garitte circolari e con la torre di sezione quadrata sull’angolo nord ovest. L’edificio, da cui la vista spazia sul tutto il Golfo del Tigullio, dopo un accurato restauro è oggi utilizzato per mostre ed eventi culturali.
Torre di Paraggi. Costruita nel 1626 a protezione della piccola insenatura di Paraggi, ristrutturata e trasformata in residenza privata nel XX secolo, conserva la struttura del tipico torrione di base quadrata coronato da quattro garitte.
Bibliografia
A. Giustiniani, Descrittione di Lyguria, in Castigatissimi annali con la loro copiosa tavola della eccelsa e illustrissima Republica di Genoa, Genova, 1537.
AA.VV., I castelli della Liguria. “Architettura fortificata ligure”, a cura di E.D. Bona, II, Genova 1972.
L.C. Forti, Fortificazioni e ingegneria militare in Liguria (1684-1814), Genova 1992.