Fin dal XII secolo nel territorio di Coreglia, dove possedeva beni l’Arcivescovo di Genova, aveva sede l’ospitale con chiesa di San Pietro di Monte Oscano (a Piani di Coreglia), situato presso il ponte sul Lavagna, all’intersezione tra la via di fondovalle della Fontanabuona e un percorso proveniente da Rapallo, lungo una via di pellegrinaggio sulla quale riscuotevano i pedaggi i Marchesi Malaspina. Nel 1232 la chiesa era retta da Giovanni da Cogorno, futuro arcivescovo di Genova. La struttura cadde in disuso dal XVI secolo.
L’antica chiesa di San Nicolò di Coreglia, già testimoniata nel 1147, dai primi anni del XV secolo fino all’inizio del XVII restò annessa alla plebania rapallese di San Maurizio dei Monti. In quel periodo ebbe numerosi amministratori, tra i quali Stefano Fieschi, canonico di San Lorenzo in Genova, nominato nel 1510 con bolla di papa Giulio II. Tre anni più tardi egli rinunciò alle chiese di Monti, Coreglia e Canevale, cosicché il 18 luglio 1513 papa Giulio II nominava un altro prelato della famiglia, Lorenzo Fieschi, vescovo di Mondovì.
In epoca postmedievale le sorti del territorio di Coreglia seguirono le vicende della Repubblica genovese.