Tra le numerose località, spostandosi verso il M. Bocco (1090 m) e il M. Carmo, si trova l'insediamento di Giassina, ridente area montana dove è tuttora praticato l’allevamento tradizionale del bestiame e punto nevralgico dell’Alta Via dei Monti Liguri, fornito anche di punto ristoro per gli escursionisti. Più a sud si incontrano Forcossino, Cugno Bello e i più grandi e noti centri di Roccatagliata e Le Corsiglie (usualmente noto come Corsiglia).
Scendendo verso Ovest, alle falde del Monte Lavagnola sono Siestri, Bugne, Sciarre, Pian di Terrile, Bassi. Infine, ad Ovest, sui contrafforti dei monti Bragaglino (965 m), Perdono (909 m) e Carpena (907 m), si trovano Lezzaruole, Bozzola, Cazarina e Pian Croso.
All’estremità occidentale, al confine con Tassorello (Comune di Lumarzo), è collocato San Marco d’Urri, un centro montano da cui partono numerosi sentieri per il Monte Lavagnola.
Scendendo ancora, a Sud Ovest, presso il Monte Cavello, sono alcuni piccoli agglomerati di case (Case Cavello). Non va dimenticata l’area di Acqua (nota come Acqua di Ognio) collocata - come indica il nome stesso - è collocata alla confluenza di due corsi d’acqua: il rio Lumarzo e il torrente Lavagna.
Dal punto di vista naturalistico tutto il territorio montano del Comune di Neirone comprende boschi misti, faggete, uliveti a bassa quota. Un mosaico di colture e boschi ove si nascondono altrettante particolarità ambientali. Numerosi sono gli arbusti: maggiociondolo (Laburnum anagyroides), sambuco rosso (Sambucus racemosa), mirtillo (Vaccinium myrtillus), sorbo montano (Sorbus aria), pioppo tremolo (Populus tremula). sparzio spinoso (Calycotome spinosa), erica arborea (Erica arborea), sanguinella o corniolo (Cornus sanguinea), pepe montano (Daphne laureola), biancospino (Crataegus monogyna).
Da segnalare sono alcuni tra gli esemplari più antichi tra la flora arborea del Tigullio, alcune roverelle in località Montefinale, presso Ognio. Studi specifici sono stati fatti dal Corpo Forestale di Gattorna nel 1989. Secondo la misurazione effettuata nel 1997, l’esemplare più grande ha un’età compresa tra 280 e 310 anni; la stima è stata ricavata contando i cerchi su una carota lunga un quinto del diametro complessivo del tronco (130 cm).
Il secondo esemplare ha uno sviluppo minore; è alto 12 m ed ha un diametro di 105 cm; l’età stimata analizzando i cerchi di circa un quarto del diametro complessivo è di 240-260 anni.
Per quanto riguarda la fauna, gli esemplari di più grandi dimensioni e di maggior impatto ambientale sono il cinghiale (Sus scrofa), il daino (Dama dama) e - in zona di confine - il capriolo (Capreolus capreolus).
Mustelidi comuni sono la donnola (Mustela nivalis) e il tasso (Meles meles). Tra i carnivori, il più comune è la volpe (Vulpes vulpes), mentre si iniziano ad avvistare le tracce del lupo (Canis lupus) nell’area del Monte Caucaso, ai confini con la Val d’Aveto.
Tra i roditori ricordiamo la lepre comune (Lepus capensis), agile e snello parente del coniglio domestico, lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), ghiotto amante di semi, nocciole e germogli di albero, il ghiro (Glis glis), simile a un grosso topo campagnolo, ma con un vistoso anello scuro intorno agli occhi ed una lunga coda cespugliosa, il topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il topo domestico (Mus musculus), il toporagno (Sorex araneus).
Tutto questo si può osservare lungo semplici itinerari (http://www.cailigure.it/, http://www.cai.it/), tra cui si consigliano:
· L’itinerario dei Feudi Fliscani da Gattorna al Monte Lavagnola (I.F.F.).
· Il Sentiero delle Querce da Gattorna a Montefinale.
· Il Sentiero del Monte Caucaso da Neirone al Monte Caucaso attraverso la località Feia; il Sentiero Didattico del Monte Rocio (M. Spina – M. Rocio).
· Il Sentiero del Monte Lavagnola: da San Marco d’Urri al Monte Lavagnola.